Photo Romano Barni

Voci Nel Buio

Regia di Pascale Aiguier

Voci nel buio è la trasposizione teatrale di una realtà accecata dai propri malesseri. Uomini corrosi dalla solitudine, impotenti davanti al proprio specchio che inizia a farsi voce.

Una voce dapprima fievole che diventa sempre più assordante e che porta alla ferita sconosciuta dell'esistenza. La luce accecante di dittature che obbligano alla conformità, uomini che subiscono e diventano pattumiere, voci in fuga, perse nel buio e incapaci di rendersi concrete.

Voci nel buio è uno spettacolo povero.

La scena si svolge in uno spazio nudo. Solo azioni, pulsioni e storie che riguardano la natura più intima dell'individuo, rappresentato attraverso personaggi simulacri della nostra epoca, che descrivono una pluralità di storie, metafora di una realtà frammentata, interrotta da interventi in chiave comica. Una macchietta da televendita propone uno stage sull'arte di mendicare, una macchina che raccoglie e sotterra cadaveri dopo la guerra, fino ai vantaggi del lavaggio del cervello.

Testi crudi e spregiudicati, in cui la funzione comica è importantissima perché risveglia negli spettatori un senso di appartenenza e d'intesa, la percezione di sé stessi come parte di un tutt'uno.

Realtà surreali, comiche e realistiche, tratte da storie che sembrano possedere una natura diversa ma che nel montaggio di singoli racconti, tratti da due opere di Matéi Visniec - "Le théatrre décomposé ou l'homme poubelle" e "Attentino aux vielles dames rongeée par la solitude" - si fondono in uno spettacolo che ha ricercato e raggiunto un'assoluta coerenza organica.

Pascale Aiguier

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